Villa Igiea è un’altra perla delle proprietà dei Florio, un gioiello dell’architettura Liberty a Palermo. Affacciata sul Golfo di Palermo, la Villa era destinata ad essere un luogo di cura, ma divenne un albergo di lusso.
Villa Igiea fu uno dei centri di vita sociale e culturale più importanti d’Europa. Ospitò personalità illustri come re, aristocratici, artisti e intellettuali. Inoltre, per un certo periodo, fu anche residenza privata della famiglia Florio.
Un luogo di cura
Villa Igiea deve il suo nome a una divinità, figlia o moglie di Asclepio, dio della medicina. Ricordata nel “Giuramento di Ippocrate”, Igea è la dea della salute nel Pantheon greco-romano.
Il progetto di costruzione di Villa Igiea infatti, prevedeva la realizzazione di un sanatorio. Una struttura di lusso, destinata a malati di tubercolosi che avrebbero svernato a Palermo, approfittando del clima invernale mite.
Il direttore di questo sanatorio sarebbe stato il Prof. Vincenzo Cervello, specialista nella cura delle patologie polmonari. In effetti, egli aveva inventato il vaporigeno, un’apparecchiatura usata per curare la tubercolosi. Praticamente, attraverso questa macchina veniva somministrato l’igazolo: un farmaco a base di formaldeide, che sarebbe stato prodotto nel laboratorio chimico all’interno di Villa Igiea.
All’epoca si sperava che questa cura, insieme al sopracitato clima mite e allo iodio dell’aria di mare, avrebbero aiutato a sconfiggere diverse malattie polmonari. Curare queste malattie divenne quasi una missione per Ignazio Junior e Franca Florio, che nel 1902 persero la loro primogenita, Giovanna, a causa della tisi.

sulla sinistra la Palazzina dei Quattro Pizzi (foto di A. Patti)
La proprietà dei Florio all’Acquasanta
Nel 1899, Ignazio Florio Junior acquistò una proprietà all’Acquasanta da Sir James Domville e dal di lui figlio, William Cecil Henry. Le famiglie Florio e Domville erano unite da affari. Eleonora Ida Henry, figlia di William Cecil, sposò Francesco Monroy, la cui famiglia era proprietaria di azioni della futura Società Anonima Villa Igiea.
Sir James aveva acquistato nel 1872 diversi possedimenti: la casina del principe di Pignatelli all’Acquasanta, la casina del duca di Branciforte e la casina della duchessa di Brolo, e li aveva accorpati in un’unica proprietà.
All’inizio del 1900, Ignazio Florio diede incarico a Ernesto Basile di progettare un sanatorio. Il 20 febbraio, Alberto Fassini, consigliere e successivamente amministratore delegato della Società Anonima Villa Igiea Istituto Cervello, consegnava i progetti di costruzione all’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Palermo.
Da sanatorio a hotel di lusso
Purtroppo le terapie progettate dal Prof. Cervello si rivelarono inefficaci nella lotta contro la tubercolosi. Questo però non pose fine al progetto di Ignazio Junior, che cambiò la destinazione d’uso della struttura: da sanatorio ad albergo di lusso.
I lavori sono stati ultimati il 14 agosto 1900, e l’albergo venne inaugurato il 19 dicembre dello stesso anno. Villa Igiea divenne presto uno dei ritrovi dell’alta società più importanti, a livello europeo.
Le strutture di Villa Igiea furono sempre soggette a modifiche. Uno dei casini (quello del principe di Pignatelli, in stile neogotico) venne demolito tra il 1904 e il 1909. Al suo posto sorse il Cercle des Estrangers: un club esclusivo, destinato ai membri dell’élite internazionale. Questa struttura separata, oggi ospita il Salone Belmonte, alcune stanze e la SPA.
All’interno della proprietà dei Florio, alla quale si accedeva da via Acquasanta, sorge un edificio dagli echi medievaleggianti. Il nucleo centrale è un castelletto preesistente, di tre piani, avente finestre ad archi ogivali. Modificato da Ernesto Basile con l’aggiunta di un ulteriore piano (il quarto), merlature e piastrelle di pasta vitrea con motivi ispano-moreschi a decorarne il prospetto. A questo corpo centrale è stato aggiunto un edificio di tre piani, di nuova costruzione.
Le terrazze e gli spazi esterni sono stati progettati dal Basile per integrarsi armoniosamente con la natura circostante. Ancora oggi, presentano decorazioni che esaltano il rapporto tra l’architettura e il paesaggio.
Alcune terrazze sono arricchite da mosaici con disegni floreali e geometrici, mentre le balaustre mostrano curve eleganti, tipiche dello stile Liberty. Un finto tempietto antico affacciato sulla costa, vicino la piscina, termina l’atmosfera quasi irreale che dona passeggiare tra i giardini di Villa Igiea.
Campi da gioco, una piscina e un bar all’aperto completano una serie di comfort destinati all’uso degli ospiti esclusivi dell’albergo.





Gli interni di Villa Igiea
La decorazione degli interni di Villa Igiea è ancora oggi uno dei più famosi e riusciti esempi del Liberty, a livello mondiale. La sala Belle Époque, o sala Florio, unisce il gusto del Barocco alla passione per i motivi orientali (giapponesi e cinesi), tradotta in stile occidentale.
Piccoli affreschi ritraenti dame, vestite in abiti orientali e sedute sotto gli alberi, sono inseriti tra le linee sinuose e i dettagli intarsiati che decorano il soffitto e le pareti. I motivi floreali stilizzati amplificano il senso di leggerezza e raffinatezza dello spazio.
Mentre le grandi finestre lasciano entrare la luce solare, dando forza alle calde e avvolgenti tonalità di oro, crema e verde chiaro. Similmente, i lampadari e le applique, realizzati in ferro battuto e vetro colorato, contribuiscono a diffondere una luce soffusa che esalta i toni caldi delle decorazioni.
La sala Belle Époque è spesso utilizzata per eventi speciali e cerimonie. Certamente, l’insieme delle decorazioni, degli affreschi e degli arredi crea un’atmosfera di sofisticata serenità, che riflette l’eleganza e il lusso dell’ambiente.



La grande sala da pranzo, nota come sala Basile o sala degli specchi, riporta un ciclo di affreschi, colmo di figure femminili circondate da fiori. I colori predominanti sono le sfumature di verde, oro, rosa e azzurro, che contribuiscono a creare un ambiente raffinato e rilassante. Gli affreschi della sala Basile rendono lo spazio architettonico un ambiente unico: un’oasi di serenità e bellezza.
Il dipinto ritrae i tre momenti della giornata: mattina, pomeriggio e sera, alludendo alla ciclicità di vita, morte e rinascita. Le immagini richiamano la natura, splendida e armoniosa; e la donna rappresentata come una creatura eterea, dalla sensualità dirompente e misteriosa. È possibile che l’autore di quest’opera sia Ettore De Maria Bergler, che avrebbe affrescato un giardino ideale ad anticipazione del reale giardino al di là delle finestre.
Alberi di melograno, fiori di rosa, garofano, iris, papavero, ecc. sono le tipiche decorazioni floreali dell’art nuveau. Le fanciulle invece, con le vesti della tradizione medievale e le movenze sensuali, ricordano le bagnanti impressioniste. Ma con un leggero tocco orientale, dovuto all’influenza degli album di artisti giapponesi e ai libri di disegni di Hokusai.
La prima scena è Profumo del mattino, dove alcune fanciulle danzano, celebrando l’alba e l’origine della vita. Dopodiché, al centro del ciclo c’è la scena dei Floralia, ispirata ai ludi in onore della dea Flora, divinità romana della fioritura primaverile e della giovinezza. Le donne sono ritratte mentre giocano, intrecciando ghirlande di fiori.
Dopo un laghetto di cigni, si apre la scena del Profumo della sera, nella quale le donne si preparano per dormire, con espressioni languide. Nella quarta parete infine, sopra un colonnato, spicca l’immagine di un pavone: simbolo di immortalità e rinascita.





Il gusto per l’arte orientale si nota anche in alcuni arredi: statuine di animali, vasi di porcellana blu cobalto decorati con rami di ciliegio, brucia-incenso con decorazioni nere, oro e smalto cloisonné, e le raffigurazioni dei cani di Fo.
Le decorazioni in legno e altri arredi sono state prodotte nel 1902 dall’impresa Golia, che poi cambiò nome in Ducrot. Porte, specchiere, reggitende, paraventi, lampadari, applique, ecc hanno tutti i motivi floreali tipici dello stile Liberty.
Gli affreschi che decorano il bar a piano terra sono opere di Gino Morici. Risalgono al 1957-1958 e sostituiscono le più antiche pitture murali distrutte durante la Seconda Guerra Mondiale. In questi affreschi sono ritratti panorami di Palermo, in cui spiccano la bellezza dell’arte arabo-normanna e barocca.


Un luogo di mondanità della famiglia Florio
Villa Igea è tuttora considerata un emblema del Liberty, grazie alla varietà di esperienze decorative che racchiude. Rappresenta un intreccio di storia e innovazione tecnologica, progettata per garantire agli ospiti il massimo comfort e lusso.
È uno spazio dove creatività ed eleganza si sono fuse nell’espressione di una bellezza effimera, di una ricerca simbolica, di un misticismo senza tempo.


Questo era il regno di donna Franca Florio, regina amata e invidiata, che fece di Villa Igiea uno dei salotti più esclusivi, frequentato da personaggi illustrissimi.
Infine, Villa Igiea è un luogo che racconta anche una vicenda di valori familiari e di scelte difficili che portarono, inevitabilmente, al declino della dinastia dei Florio.
Villa Igiea oggi
Villa Igiea è stata recentemente sottoposta a un’importante opera di restauro. Con lo scopo di valorizzare il suo patrimonio storico, e accogliere i visitatori con l’eleganza del passato unita alle comodità moderne. La Villa è ancora oggi un hotel di lusso, facente parte della catena di Rocco Forte Hotels, e conserva la sua bellezza storica e artistica.
Villa Igiea è stata spesso scelta come location per riprese cinematografiche, eventi culturali e cerimonie prestigiose, consolidando la sua posizione nella storia e nella percezione di Palermo. La Villa infatti, continua a rappresentare un simbolo del passato glorioso di Palermo, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi in un’atmosfera che coniuga storia, arte e lusso.
Per gentile concessione della direzione dell’albergo, gli spazi pubblici di Villa Igiea sono visitabili gratuitamente in piccoli gruppi di massimo 3 persone.
Bibliografia e sitografia
- Daniela Brignone (a cura di), I luoghi dei Florio. Dimore e imprese storiche dei “viceré di Sicilia”, Rizzoli, Prato 2022;
- Orazio Cancila, I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019;
- Vincenzo Prestigiacomo, I Florio. Regnanti senza corona, Nuova Ipsa Editore, Palermo 2020.
Apparato fotografico a cura di Antonietta Patti