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Maria Carmelina Leone serva fedele del Signore (1923-1940)

di Francesco Paolo Pasanisi
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Negli anni cinquanta nel rione Capo quando si andava a fare la spesa in questo mercato, spesse volte capitava di imbattersi in qualcuno che distribuiva delle immaginette di una ragazza morta nel 1940 in odore di santità. Questa giovane era Maria Carmelina Leone, nata a Palermo l’11 luglio 1923. Ma non in quel quartiere. Lì in via S. Isidoro alla Guilla al n. 5, a due passi dal Monte di Pietà, vi era la casa dei nonni paterni, oggi Casa Museo dei Ricordi dove sono stati trasferiti il letto, la macchina per cucire e tanti oggetti personali della venerabile Leone. Abitazione riaperta in occasione del 75° anniversario della nascita. Qui si conserva anche una falangétta di un dito della devota posto in una teca.

La bimba in settimana venne battezzata in Cattedrale, come era in uso in quegli anni (presentazione al Tempio). A sette anni ricevette il sacramento della Eucarestia. Subito dopo divenne terziaria carmelitana. L’anno successivo, frequentò la scuola di apprendista presso una sarta. Nel 1935 si impegnò come catechista nella chiesa di Casa Professa. In quell’occasione Carmelina fece il voto di castità sotto la direzione del padre spirituale Gaspare Giacalone. Anni dopo fu colpita dalla Tubercolosi quindi venne costretta a curarsi al sanatorio “Ingrassia”. Qui ricevette anche la visita del Principe di Piemonte Umberto di Savoia, che le regalò 100 lire, il 22 maggio 1939. L’erede al trono, in quei giorni, fece un’altra visita alla Casa del Sole. Successivamente a piazza Lolli, gli venne dedicato a suo titolo “Principe di Piemonte” il cinema oggi “Dante”.

La Leone convisse con il dolore e portò la sua croce per più di un anno. Carmelina sin da piccola si era distinta perché aveva mostrato una predisposizione agli atti di pietà, per le funzioni, le pratiche religiose e l’amore verso i poveri. Sopportava candidamente le avversità della vita, anche quando si ruppe una gamba. La spiritualità ed il carisma carmelitano la forgiò in modo indelebile. La sua numerosa famiglia viveva tra gli stenti. Un giorno la ragazza regalò le scarpe del padre ad un povero. Il genitore quando non le trovò più capì subito che era stata la figlia a privarlo delle calzature. Nonostante tutte le avversità la Leone visse serenamente. La famiglia cambiava spesso domicilio: da via SS. Crocifisso all’Albergheria a piazza Santa Chiara, via Maestri d’Acqua e Via Piave n. 98. Frequentava anche un corso di taglio e cucito organizzato dalla “Singer”, subito dopo essere stata dismessa dal sanatorio. In quel periodo il carabiniere Pasquale Guerrino, amico del padre, la chiese in sposa ma Carmelina rinunciò poiché il suo sposo era Gesù. Il militare l’anno successivo alla morte di Carmelina scampò miracolosamente alla morte. Infatti il 24 maggio 1941 si trovò sul piroscafo “Conte Rosso” che venne affondato da due siluri lanciati dal sommergibile inglese HMS Upholder ( P37 ) al largo di Siracusa. L’evento provocò la morte di 1.297 persone. Il giovane raccontò che in quei momenti travolgenti invocò l’aiuto di Carmelina. Il carabiniere ebbe la sua visione e venne salvato dopo che era rimasto in acqua per 24 ore. I devoti hanno raccontato tanti episodi che si riferivano a visioni della venerabile che avevano preceduto una grazia concessa. Maria Carmelina Leone come una mistica contemplativa carmelitana spesse volte prevedeva e aveva visioni chiare di fatti che dovevano accadere: come la sua morte, conoscendone la data otto giorni prima e poi verificatosi.

L’anno seguente Maria Carmelina ebbe una ricaduta e rientrò in sanatorio. Dopo settanta giorni salì al cielo e tornò alla casa del Padre. Venne sepolta al cimitero dei Rotoli. Sei anni dopo la salma fu traslata al cimitero dei Cappuccini e accolta nella tomba della famiglia di Antonio Gorgone. Finalmente nel 1957 ebbe la sua tomba nella cappella della famiglia Leone. Dopo la fine della costruzione della chiesa di S. Caterina da Siena a borgo Oliva o Ulivia nel 1980, si pensò di trasferire qui la salma della venerabile che fu traslata in una cappella il 10 luglio 1999.

Nel 1973 in occasione del cinquantenario della nascita, dai devoti, che si erano costituiti in Comitato d’onore per la beatificazione della Leone, vennero presentate al cardinale 22.000 firme a testimoniare, la maggior parte, le grazie ricevute, talune anche straordinarie. Basta visitare la Casa dei Ricordi per vedere le migliaia di foto ed ex voto a testimonianza di ciò. La cerimonia si tenne al Circolo della Stampa al Teatro Massimo. Finalmente nel 1978 il card. Salvatore Pappalardo sostenuto dai Vescovi siciliani chiese al Sommo Pontefice Paolo VI il nulla osta per l’introduzione della causa di beatificazione. Questa iniziò nel 1982 dopo il vaglio della documentazione in sede diocesana. Il processo si concluse nel 1986 con una manifestazione a Casa Professa. Circa due anni dopo la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi emise il decreto sulla validità degli Atti processuali che avvieranno alla beatificazione della Leone. Verrà dichiarata venerabile soltanto nel’aprile 1997 alla presenza del cardinale Salvatore De Giorgi, diversi sacerdoti ed il fratello di Carmelina. Così il Papa diede inizio al processo di beatificazione.

Nel 1999 l’Arcivescovo di Palermo, sua Eminenza cardinale Salvatore De Giorgi, ebbe a dire: “Ma che cosa ha fatto di straordinario la nostra Venerabile Maria Carmelina Leone? Di straordinario nulla: ma ha vissuto in modo straordinario la sua vita di ogni giorno a casa, a scuola, in chiesa, nel laboratorio di taglio e cucito, in ospedale, nell’amore totale al Signore e, di conseguenza, nell’amore totale al prossimo. Questa è la vera santità”. ( nda ) Direi da vera cattolica. Il cardinale compose una preghiera di glorificazione per Carmelina.

“Signore Dio, che per la tua gloria preferisci sceglierti strumenti tra le umili creature, degnati, ti preghiamo, di guardare alla tua serva fedele, la Venerabile vergine palermitana Maria Carmelina Leone. Fa che questa giovanetta sia glorificata dalla tua Chiesa, se è secondo la tua Volontà. Per i suoi meriti e per la sua intercessione concedici le grazie spirituali e temporali che ci occorrono per meglio servirti. Amen.”

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