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L’Ideologia… cosa è rimasto!

di Giorgio Fiammella
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In tutte le grandi dottrine ideologiche che hanno caratterizzato l’esistenza dell’umanità;  c’è stata sempre un’anima vera ad accompagnare i rivolgimenti della storia. Il percorso della conoscenza di tali fenomeni diventa  complesso , se non riusciamo a distogliere il  condizionamento mentale che spesso ci limita sulle nostre opinioni.

Ciò che rende funeste e foriere di morte, non è il contenuto delle “idee” che esprimono le ideologie, è il fatto di esprimerle con certezza che si tratti di verità assolute e che per il bene dell’umanità devono essere imposte anche col sangue.

Ormai da tempo assistiamo in questa era contemporanea a conflitti che incombono nel nostro presente in particolare Russia e Ucraina, con tutte le evidenti contraddizioni, compreso i molteplici focolai irrequieti sparsi in questo pianeta.

Quante filosofie hanno caratterizzato il passato… quelle delle Crociate, dell’Inquisizione, la dottrina del Marxismo totalizzante grazie al quale salirono al potere assassini come Stalin, Ciausescu.

Credo che sia giusto rifiutare l’ideologia, che rappresenti quella fede trascendente nella quale cercare a tutti i costi una risposta assoluta ai problemi della vita.

Ma quando il vuoto dell’ideologia non viene colmato da valori spirituali altrettanto forti,vissuti e alimentati dal percorso secolare dell’umanesimo e da una costante verifica permanente; accade ciò che abbiamo sotto i nostri occhi!“contenitori vuoti!” privi di fisionomia propria e identità smarrite.

La Storia dell’uomo è intrisa di crimini commessi in nome delle ideologie, si potrebbe dire in sintesi secondo la mia opinione, che esistono due modi possibili di concepire la vita; quello religioso di chi crede nell’origine divina dell’uomo e nell’esistenza di un “Essere” superiore, comunque lo si identifichi; e quello razionalistico di chi ammette l’inconoscibilità delle religioni per cui esiste la vita e cerca di organizzare la vita stessa sulla base dei parametri umani.

Tali opposte opinioni filosofiche non escludono affatto che, su taluni problemi della società, persone dell’una e dell’altra cultura possano interagire proficuamente in sintonia.

Assistiamo da tempo a una profonda crisi di scadimento dei partiti “così chiamati“ in quanto non riescono a darsi convivenza sistematica, al proprio interno, non essendo più ispirati da logiche culturali e ormai lontani dalle esigenze reali della società in trasformazione  e subordinate sempre più alle crisi globali.                              

L’ideologia comunista aveva nel rifiuto della trascendenza religiosa un proprio carattere distintivo; credo che sarebbe impensabile pensare che i crolli dei regimi dell’Est abbiano seppellito il comunismo e anche l’ateismo nato molto tempo prima.

Nel passato abbiamo assistito alla cultura politica medievale, che portò a livelli massimi, non soltanto a Roma nel potere temporale dei Papi, l’uso politico della religione, mentre in contrapposizione il razionalismo ateo degli illuministi fu grande evento di liberazione e cioè matrice della rivoluzione francese, straordinario patrimonio comune dell’umanità, primo esperimento su vasta scala della possibilità di cambiare il mondo nelle sue strutture istituzionali, sociali e culturali, segnando l’inizio della modernità e dell’evoluzione che ha condotto a oggi cioè alla costituzione delle democrazie contemporanee.  

Si tratta di una realtà a mio giudizio molto fragile e precaria in profonda crisi identitaria, dettata da una sopravvivenza sempre più angosciante, una vana illusione per reagire alla degenerazione del crollo di tutti i valori di questa attuale Società, di cui noi tutti rischiamo di lasciare alle future generazione un sistema sempre più incontrollabile!

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