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A Palermo un corso di analisi sensoriale dedicata ai formaggi storici siciliani

di redazione
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“Il formaggio è il cibo dei poveri che piace anche ai ricchi. Per certi versi ha assunto anche il ruolo di status symbol. Lo si serve con gli aperitivi, nei happy hour, nei brunch domenicali, nei carrelli delle enoteche o ristoranti, nelle cacioteche, come antipasto o dessert, con le verdure o con confetture di frutta o mostarde, molti lo preferiscono a fine pasto accostato al miele, insomma, il formaggio assume il ruolo di alimento indiscusso di raffinatezza e di sciccheria. Quindi formaggio, non solo come elemento da utilizzare nella preparazione di molte paste e risotti, ma anche a fette, contornato da verdure, da sostituire, anche, all’ambita bistecca”. Lo ha detto Mario Liberto che ha tenuto un seminario sull’analisi sensoriale dei formaggi organizzato dall’ Anse, BCsicilia, Epulae, Sicilia Agricoltura, SicilyBio e dall’Università Popolare.

L’incontro è stato aperto da Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, e a seguire è intervenuto Mario Liberto, agronomo, scrittore e giornalista, Direttore del Dipartimento Cultura rurale e alimentare di BCsicilia, che ha guidato l’analisi olfattiva e gustativa dei formaggi.

La giornata formativa è stata rivolta alla conoscenza dei formaggi storici siciliani, le caratteristiche, le tecniche produttive, i pregi e difetti dei formaggi, il carrello dei formaggi e per finire l’analisi sensoriale degli stessi e le tecniche di assaggio e di accostamento ai vini, ai mieli.

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