Un meraviglioso scrigno ricolmo di bellezza e capolavori. Queste sono le prime parole che mi vengono in mente per descrivere il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, situato nella periferia romana.
Potrà sembrare strano, affermato da un’archeologa siciliana, ma il Museo di Villa Giulia è uno dei musei ai quali sono più legata. Ci ho lasciato un pezzo del mio cuore la prima volta che ci sono andata, e vi torno sempre con molta emozione. È certamente uno dei musei più belli che avrete il piacere di visitare. Già dall’ingresso, dove si viene accolti dal personale disponibile, cortese e preparato, grazie al quale è possibile ottenere tutte le informazioni desiderate.
I corridoi e le sale del Museo di Villa Giulia, a Roma, sono ricolmi di tesori dell’antichità. Tra le splendide sale e i floridi giardini, si cammina tra antichi reperti e moderna tecnologia, la visita è assolutamente indimenticabile. Un’esperienza unica, capace di rimanere nel cuore per anni.
La storia della Villa
La costruzione di Villa Giulia è avvenuta nel corso del 1500, per volere di Papa Giulio III, dalla quale prende il nome. Umanista e cultore delle arti, Giulio III fu un grande mecenate e produttore di opere culturali, e desiderava un’abitazione estiva abbastanza vicina a Roma. A questa sua residenza hanno lavorato i più grandi artisti dell’epoca: Jacopo Barozzi detto il Vignola, Bartolomeo Ammannati, Giorgio Vasari e Michelangelo Buonarroti.
Nel 1500 la residenza del Papa era molto più grande della Villa che possiamo ammirare oggi, e comprendeva tre vigne. Questa sua connotazione produttiva, simile alle ville degli antichi romani, rese necessaria la creazione di condotti sotterranei collegati all’Acquedotto Vergine, lo stesso che rifornisce anche la famosa Fontana di Trevi.
La gloriosa villa di Giulio III finì per essere frammentata alla morte del papa. Il nuovo pontefice, Paolo IV, confiscò e suddivise le proprietà del suo predecessore. La Villa finì tra le proprietà delle famiglie Borromeo e Colonna, i discendenti del successivo Papa Pio IV, e quelle della Camera Apostolica, un ministero del Vaticano che ancora oggi gestisce i beni della Santa Sede.
Il complesso è stato usato in tantissimi modi, dopo il restauro del 1769. La Villa venne usata a scopo militare, poi divenne un magazzino, vi venne fondata una scuola di veterinaria e fu usata persino come lazzaretto. I giardini invece, vennero usati in parte come conceria, e in parte occupati da essiccatoi.
Del complesso faceva parte anche Villa Poniatowski, inizialmente casa di Baldovino, fratello di Giulio III. Dopo la frammentazione delle proprietà del Papa, la famiglia Cesi acquistò Villa Poniatowski. La proprietà si trova nell’elenco di Andrea Mantegna, posta tra le ville più belle di Roma.
Dopo una compravendita l’edificio passò alla famiglia Sinibaldi, che lo vendette all’erede al trono di Polonia, Stanislao Augusto Poniatowski, dal quale deriva il suo attuale nome. Ebbe numerosi altri proprietari, prima di essere acquistato dallo Stato Italiano nel 1988 per diventare una delle sedi del Museo.
Con l’Unità d’Italia comincia la storia vera e propria del Museo. Villa Giulia divenne proprietà del Regno d’Italia nel 1871, dopo la Presa di Roma. I funzionari scelsero Villa Giulia come luogo dove conservare e poi esporre i reperti ritrovati durante gli scavi archeologici nel territorio dell’antica Falerii, tra i Monti Cimini e il Tevere.
Nel 1889 la Villa venne trasformata nella sede del Museo Nazionale Etrusco. Grazie a Felice Barnabei, primo direttore del Museo, ottimo politico ed eccezionale archeologo esperto del mondo etrusco. Il lavoro del Prof. Barnabei ha permesso la conservazione e l’esposizione della maggior parte dei reperti archeologici delle civiltà etrusca e falisca, provenienti dal Lazio, dall’Etruria meridionale e dall’Umbria.
Alla scoperta del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Il Museo di Villa Giulia è un luogo magico, dov’è possibile ammirare gli oggetti del passato e allo stesso tempo passeggiare negli ampi cortili, respirando la grandiosità di una delle epoche più felici della storia dell’arte italiana. La più ampia collezione di reperti etrusco-italici del mondo è conservata dentro la preziosa cornice di due splendide ville rinascimentali: Villa Giulia e Villa Poniatowski.
La grande loggia di Villa Giulia, coperta e abbellita con statue di marmo, è forse una delle zone più suggestive del complesso. Affacciandosi alla balaustra di questo loggiato si ha una splendida visuale del Ninfeo sottostante. La magniloquente fontana, tra le rappresentazioni delle divinità di fiumi e cariatidi, è abbellita dal mosaico del Tritone di epoca romana.
Nelle sale del Museo di Villa Giulia c’è di tutto: dal sarcofago degli sposi alle lamine di Pyrgi, dall’Apollo di Veio alla collezione degli ori della famiglia Castellani, dall’imponente raccolta di ceramica antica alla ricostruzione di un intero tempio in uno dei cortili. Questi sono solo alcuni dei tesori che il Museo conserva ed espone per nutrire occhi, mente e spirito.
Non solo antichità, ma anche le più moderne tecnologie. La ricostruzione del tempio di Alatri occupa uno dei settori dei giardini della Villa. Innalzato per aiutare a comprendere come doveva apparire un tempio etrusco-italico costruito tra il 300 e il 200 a.C. L’edificio presto dialogherà con le più avanzate tecnologie digitali, in uno spazio virtuale a 360° chiamato “la macchina del tempio”.
Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia è un luogo che merita di essere vissuto, capace di rimanere impresso nella memoria di chi ha la fortuna di visitarlo. I progetti, quelli già effettuati e quelli che presto vedranno la luce, sfruttano tutti gli strumenti possibili per garantire l’esistenza di un luogo nel quale tornare sempre con piacere.














Villa Poniatowski
Repertorio fotografico a cura di Antonietta Patti