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I Whitaker in Sicilia

di Giorgio Fiammella
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Tra il Settecento e l’Ottocento, durante la dominazione borbonica, intere famiglie inglesi si trasferirono per affari in Sicilia. Tra questi, John Woodhouse di Liverpool, il quale era arrivato in Sicilia originariamente come commerciante di potassa vegetale. Venti anni dopo, approfittando della moda dello Sherry e del Porto i cui costi erano esorbitanti, aprì uno stabilimento a Marsala, per vini infortiti di analoga forza e tipo. Dopo pochi anni, nel 1773, aveva accumulato una grossa fortuna e prestava persino denari ai Re di tutta Europa.

Qualche decennio successivo, 1806, arrivò nell’isola un altro inglese, Benjamin Ingham aveva appena 22 anni e proveniva da Yorkshire, questi, aprì un secondo stabilimento enologico nelle vicinanze dei Whitaker. Presto ci furono quattro aziende inglesi nel territorio marsalese e aree limitrofe capaci di produrre Marsala. A proprie spese, questi costruirono adeguate strade di accesso, il porto di Marsala fu dragato e riaperto al commercio marittimo e fu così che Marsala triplicò la sua popolazione a ragion veduta il suo Santo Protettore era l’inglese Tommaso Becket.

Abilità e fortuna faranno di Benjamin Ingham il più importante imprenditore inglese in Sicilia. Possedeva una “Società dai battelli a vapore siciliani”, alla cui gestione partecipava anche Ignazio Florio, una famiglia di origini calabresi, andata in esilio in Sicilia al seguito del Ré.

Per amministrare interessi tanto nel commercio quanto nell’industria, Igham chiama in Sicilia alcuni nipoti, uno di questi Joseph Whitaker che alla morte dello zio curerà lo stabilimento di Marsala. Ma gli interessi di Joseph, nel tempo, si rivelarono molto più vasti di quelli legati all’attività commerciale dello zio e spinto anche dalla moglie si dedicò a varie attività tra cui quelle filantropiche.

Dei dodici figli, il quinto, che avrà lo stesso nome Joseph, sposerà una siciliana, Tina Scalia, nel 1883 a loro si deve la costruzione di “Villa Malfitano”. Nel 1897 Joseph Whitaker Junior fonda a Palermo una “società Umanitaria”, con interesse particolare per l’infanzia abbandonata e per la protezione degli animali. Nello stesso periodo viene acquistata l’isola di Mozia, di fronte a Marsala e all’inizio di questo secolo, degli scavi sistematici hanno messo in luce un insediamento Punico Fenicio tra i più importanti nel mondo. I reperti di scavi ancora oggi non conclusi, sono custoditi in un piccolo museo che si trova nell’isola, voluto dallo stesso Whitaker.

Una fastosa villa in stile neoclassico cinquecentesco, costruita appositamente in fondo alla via Dante, a Palermo con intorno il magnifico parco già dal 1888 costituiva la residenza della famiglia Whitaker; attorniata da piante esotiche e rare e da un piccolo padiglione dove undicimila esemplari imbalsamati di uccelli raccolti tra i vari viaggi in Africa dallo stesso Whitaker trovarono accoglimento e diventarono oggetto di studio fino a quando nel 1968, dopo che era stata offerta invano alla Regione Siciliana, la figlia Delia fu costretta a donare al museo di Belfast in Irlanda la ricca collezione ornitologica tanto voluta dal padre, ma che, bisognosa di manutenzione rischiava una rovinosa fine.

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