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L’Italia dell’Unesco: Villa Adriana a Tivoli

di Antonietta Patti
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Villa Adriana a Tivoli, a pochi chilometri da Roma, è uno straordinario monumento di archeologia romana. La Villa, edificata nel II secolo d.C., occupa una superficie di circa 120 ettari, e rappresenta un vero gioiello architettonico e paesaggistico, nato dal genio eclettico dell’imperatore Adriano. Riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità nel 1999, Villa Adriana è uno dei siti archeologici più straordinari e visitati al mondo.

Costruita tra il 118 e il 138 d.C., Villa Adriana fu concepita come residenza imperiale, ma anche come luogo di studio e contemplazione. In modo notevole, Adriano, imperatore filosofo e viaggiatore instancabile, volle rievocare le meraviglie architettoniche che aveva ammirato in Grecia, in Egitto e in Siria. Ne nacque un complesso davvero vastissimo nella campagna di Tivoli, nel cuore del Lazio.

La posizione di Villa Adriana, sui Colli Tiburtini, non è casuale: essa sorge in una piana tra due affluenti del fiume Aniene, proprio sotto Tivoli (l’antica Tibur), un’area già naturalmente difesa. Tutte le strutture di Villa Adriana sono disposte secondo un piano urbanistico complesso e ben organizzato. Il tutto immerso in una scenografia di giardini, fontane e giochi d’acqua, dove la natura veniva manovrata dall’uomo con grande raffinatezza.

Villa Adriana a Tivoli è un microcosmo monumentale, che fonde in ugual modo arte, ingegneria e paesaggio. È una “città ideale” che accoglie templi, biblioteche, teatri, terme, alloggi per il personale e per le guardie, magazzini e sontuosi ambienti residenziali. Ovunque si trovavano statue, colonne, marmi preziosi, mosaici colorati, affreschi e stucchi, testimoni di un lusso discreto ma colto.

Le strutture scoperte e studiate finora possono essere suddivise in 4 gruppi. Un primo gruppo comprende le strutture più a Nord del complesso: il cosiddetto Teatro Greco e il Tempio di Venere.

Il secondo gruppo è quello degli edifici riservati alla corte imperiale: il Teatro Marittimo, il Palazzo imperiale, il Palazzo d’Inverno (o Peschiera), le biblioteche, altri ambienti attorno alla cosiddetta Piazza d’Oro col suo monumentale ninfeo. La Piazza era un giardino circondato da un doppio colonnato realizzato con marmo cipollino e granito egiziano.

Il Teatro Marittimo è innegabilmente uno dei luoghi più iconici di Villa Adriana a Tivoli, e luogo di numerosi set cinematografici. Si tratta di una raffinata isola artificiale occupata da una villa in miniatura. Circondata da un peristilio ionico e un canale, l’isola era accessibile solo tramite ponti mobili. In questo luogo l’imperatore poteva isolarsi in totale riservatezza.

Il terzo gruppo comprende gli edifici termali. Le Piccole Terme dovevano essere private, destinate alla famiglia imperiale e ai suoi ospiti di riguardo. A differenza delle Grandi Terme, che servivano al personale di servizio di Villa Adriana. Invece, le Terme con Heliocaminus prendono il nome da un ambiente circolare: una sudatio, la stanza più calda, creata dal sistema dell’ipocausto, insieme alle grandi finestre e all’oculus centrale nel soffitto a cupola.

Infine, nel quarto gruppo rientrano il Pecile, il Ninfeo-Stadio (un giardino rettangolare terminante con un triclinio estivo e un ninfeo a gradoni), il Canopo, l’Accademia (situato in un terreno privato, mai aperto al pubblico) e la Torre di Roccabruna. Una serie di criptoportici e gallerie sotterranee erano utilizzate come corridoi interni e luoghi di stoccaggio.

Altri ambienti di servizio erano ad esempio il Pretorio, la caserma dei Pretoriani (il corpo di guardia dell’imperatore), e le cosiddette “Cento Camerelle”, gli alloggi della numerosa servitù. Quest’ultima struttura si trova di fronte a un luogo di culto probabilmente dedicato ad Antinoo, il famoso amante dell’imperatore Adriano, che volle divinizzarlo dopo la morte accidentale.

Tra le strutture più celebri di Villa Adriana a Tivoli ci sono i sopracitati Canopo e Pecile, anch’essi pure utilizzati come set cinematografici. Il Canopo è un lungo bacino ornato da colonne e sculture (copie romane di quelle dell’Eretteo di Atene) che si conclude con un’esedra nella quale era collocato un triclinio (una sala per i banchetti): un omaggio all’Egitto e al canale che univa l’antica Canopo ad Alessandria. Il Pecile, invece, è un grande giardino porticato ispirato alla Stoà poikile di Atene, luogo di ritrovo e di discussione politica e filosofica.

Adriano non volle semplicemente costruire una dimora sontuosa, ma creare un luogo che riflettesse la potenza di Roma che si estendeva su tutto il mondo conosciuto, in un perfetto equilibrio tra natura e pensiero umano. Ancora oggi, camminare tra i resti di Villa Adriana a Tivoli significa entrare in dialogo con un’idea di cultura che supera i confini e attraversa il tempo.

Riscoperta nel 1461, Villa Adriana a Tivoli divenne presto un luogo d’ispirazione architettonica. Le rovine della Villa diventarono oggetto di studio da parte degli artisti e architetti più celebri del Rinascimento e del Barocco. Artisti come Raffaello, Michelangelo e Borromini trassero ispirazione dalle forme e dalle proporzioni degli edifici di Villa Adriana. A dire il vero, molte soluzioni adottate nei giardini e nelle ville del Cinquecento e del Seicento devono qualcosa alla genialità dell’imperatore Adriano.

Villa Adriana a Tivoli è una grande eredità architettonica che conta, ad oggi, circa 30 edifici. Il complesso rappresenta una straordinaria fusione delle culture del mondo mediterraneo. Gli edifici e le decorazioni architettoniche sono l’espressione del gusto di uno degli imperatori più famosi: Adriano, che volle supervisionare personalmente la costruzione della Villa.

Nonostante i secoli di abbandono e i relativi saccheggi subiti, Villa Adriana a Tivoli è un complesso architettonico unico, rimasto inalterato almeno dal XVIII secolo. La sua integrità, nel rapporto tra l’originario impianto degli edifici, coi giardini decorati da vasche, e il paesaggio circostante, è ancora ben conservata.

Già dalla seconda metà dell’Ottocento, infatti, gli interventi di restauro eseguiti a Villa Adriana a Tivoli hanno seguito le teorie delle tecniche del restauro archeologico. Questo ha comportato la ricostruzione, per anastilosi, di alcune parti di strutture, ad esempio nel Canopo e nel Teatro Marittimo.

Ma Villa Adriana a Tivoli non è solo una testimonianza eccezionale della cultura romana. Essa è anche un simbolo della contaminazione culturale e dell’ideale di bellezza universale che attraversa i secoli.

Il parco archeologico di Villa Adriana a Tivoli rende accessibile circa 40 ettari dell’antica residenza imperiale. È un’area nella quale ci si perde nel riscoprire il valore della memoria, della diversità e della conoscenza condivisa. In un’epoca in cui tutto scorre veloce, Villa Adriana ci ricorda che il passato non è mai davvero lontano: continua a parlarci, attraverso le pietre, con la voce sottile e potente della civiltà.

Bibliografia e Sitografia
  • G. Mancini, “Villla Adriana”, in Enciclopedia Italiana Treccani, 1929, consultabile al link <http://www.treccani.it/enciclopedia/villa-adriana_(Enciclopedia-Italiana)/>;
  • A.C.G. Smith, “The Date of the ˊGrandi Termeˋ of Hadrian’s Villa at Tivoli”, in Papers of the British School at Rome, Vol. 46, 1978;
  • L’Italia dell’Unesco, Giunti e Tancredi Vigliardi Paravia Editori, Firenze 2021.

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