La storia del franchismo spagnolo e della guerra civile spagnola è una delle più drammatiche del XX secolo in Europa, ed è strettamente legata alla figura di Francisco Franco, il dittatore che governò la Spagna dal 1939 al 1975.
Le cause principali sono state determinate dagravi divisioni sociali, economiche e politiche, un conflitto tra forze progressiste (Repubblica, sinistra, anarchici) e forze conservatrici (monarchici, Chiesa, militari). Le elezioni del 1936 portarono al potere il Fronte Popolare, una coalizione di sinistra, da questo risultato i militari, contrari, insorsero.
Il 17 luglio 1936, un colpo di Stato militare guidato da Francisco Franco e altri generali, diede inizio alla guerra. Il Generale Francisco Franco fu il leader dei nazionalisti durante la Guerra Civile Spagnola (1936–1939), che vide contrapposti i repubblicani (di sinistra, progressisti e comunisti) e i nazionalisti (di destra, conservatori e monarchici). Dopo la vittoria, instaurò una dittatura militare che durò fino alla sua morte, avvenuta nel 1975.
Franco si ispirava al fascismo europeo (soprattutto italiano e tedesco, anche se mantenne una certa indipendenza), promuovendo valori ultraconservatori, il nazionalismo spagnolo e l’autorità della Chiesa cattolica. La repressione durante il suo regime, fu caratterizzato da gravi violazioni dei diritti umani, con persecuzioni politiche, censura e una forte repressione degli oppositori.
Così la Spagna fu divisa in due: Repubblicani Nazionalisti (franchisti) e i nazionalisti ricevettero aiuto da Adolf Hitler (Germania), mentre i repubblicani ricevettero supporto limitato dall’Unione Sovietica e da volontari internazionali (Brigate Internazionali).
Benito Mussolini giocò un ruolo importante nel sostegno al generale Francisco Franco e ai nazionalisti spagnoli, contribuendo in modo decisivo alla loro vittoria contro i repubblicani. Mussolini inviò circa 70.000 soldati italiani, noti come Corpo Truppe Volontarie (CTV), fornì armi, aerei, carri armati e mezzi logistici. Partecipò direttamente a diverse battaglie, come a Guadalajara (dove però i fascisti italiani subirono una sconfitta nel 1937).
Mussolini usò il conflitto come banco di prova per l’esercito italiano, e per espandere l’influenza fascista nel Mediterraneo. Presentò il sostegno a Franco come un contributo decisivo alla vittoria del “nuovo ordine” fascista in Europa. Usò la guerra per rafforzare il consenso interno al regime.
Dopo la vittoria nazionalista,Mussolini accolse con entusiasmo la nascita del regime franchista. Sperava di avere in Spagna un alleato ideologico e strategico, anche se Franco non si alleò mai apertamente con l’Asse. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Franco instaurò una dittatura militare repressiva e autoritaria.
La Spagna restò neutrale nella Seconda Guerra Mondiale, per molteplici cause. Il paese era esausto economicamente e socialmente dopo la Guerra Civile. Franco ammirava Hitler e Mussolini, ma sapeva che entrare in guerra avrebbe potuto causare il crollo del regime. Temendo una nuova guerra interna, Franco preferì mantenere la neutralità. La Spagna fu ufficialmente “non belligerante”, ma favorì l’Asse in vari modi, come con l’invio della “Divisione Blu” contro l’URSS.
Il Franchismo (1939-1975) fu un regime caratterizzato da un’ideologia fortemente nazionalista, anticomunista, conservatore, cattolico integralista, con repressioni politiche (arresti, torture, esecuzioni), censura, assenza di democrazia e centralizzazione del potere (con la soppressione delle autonomie regionali, come la Catalogna e i Paesi Baschi).
L’economia inizialmente autarchica, fu poi gradualmente liberalizzata dagli anni ’50. Le relazioni internazionali furono caratterizzate da un isolamento iniziale, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale, la graduale riconciliazione con l’Occidente avvenne durante il periodo della Guerra Fredda, per il suo forte anticomunismo.
Durante il regime di Francisco Franco, l’organizzazione separatista basca dell’ETA (Euskadi Ta Askatasuna) emerse come una delle principali forze di opposizione armata, conducendo numerosi attentati contro lo Stato spagnolo. Fondata nel 1959, da giovani nazionalisti baschi, l’ETA nacque con l’obiettivo di ottenere l’indipendenza dei Paesi Baschi dalla Spagna.
Inizialmente l’organizzazione si concentrò su atti di sabotaggio e propaganda, ma con il tempo adottò metodi più violenti per raggiungere i suoi scopi politici. Fra i più gravi, che insanguinarono la Spagna, il primo omicidio compiuto il 7 Giugno 1968: l’assassinio dell’agente della Guardia Civil José Pardines. Questo evento segnò l’inizio di una lunga serie di attacchi violenti. Due mesi dopo, l’ETA uccise Melitón Manzanas, capo della Brigada Social di San Sebastián, noto per le sue attività repressive contro i nazionalisti baschi. Tra il 1964 e il 1965, la ETA cominciò a prendere di mira le autorità franchiste.
Francisco Franco, dal 1939 al 1975, affrontò diverse minacce alla propria vita, anche in età avanzata. La “questione dell’età”, in relazione agli attentati, riguarda sia la sua longevità al potere, sia la difficoltà, per gli oppositori, di eliminarlo fisicamente. Ci furono diversi attentati contro la sua persona, nessuno riuscito.
Tra il 1940 e il 1950, varie trame anarchiche, comuniste o filo-repubblicane, spesso poco coordinate. Nel 1956 un piano per assassinarlo a Madrid con un fucile di precisione fallì. Nel 1962 l’attentato con bomba organizzato da un esiliato repubblicano francese, Ramón Vila Capdevila, non andò in porto.
L’età avanzata di Franco fece sì che molti oppositori scegliessero di aspettare la sua morte naturale, piuttosto che rischiare operazioni armate complesse. Inoltre, l’apparato di sicurezza era molto efficiente, e con il passare degli anni diventava sempre più esperto. L’instabilità del regime senza Franco era una speranza: meglio attendere il vuoto di potere che ucciderlo e scatenare una reazione dura.
A questo proposito, il più efferato attentato contro il Franchismo fu la cosiddetta Operazione Ogro, attuato il 20 dicembre 1973. Luis Carrero Blanco era il delfino politico di Franco e Presidente del Governo, simbolo della continuità del regime franchista. Blanco fu vittima di un attentato dell’ETA, che aveva scavò un tunnel sotto la strada per collocarvi esplosivi. Nel momento in cui l’auto di Blanco passò avvenne l’esplosione, che fu talmente potente da catapultare in aria la vettura e mandarla oltre un palazzo, tanto che il caso fu chiamato anche “l’uomo che volò”. Così, il regime perse una figura chiave per la successione.
Questo evento contribuì ad accelerare la transizione democratica, ma Franco governò fino alla morte. Negli ultimi anni era chiaramente anziano e malato, ma mantenne il potere senza mai indicare pienamente un successore. Solo alla fine designò il Principe Juan Carlos di Borbone come suo successore, con il titolo di Re.
Francisco Franco morì il 20 novembre 1975, all’età di 82 anni. La sua età longeva era diventata un tema centrale per gli oppositori, che lo consideravano un segno che il regime era vicino al termine naturale, per i fedelissimi, era un motivo di venerazione. Tuttavia, le violenze dell’ETA continuarono anche negli anni successivi, con numerosi attacchi che causarono centinaia di morti.






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articolo esaustivo ma hai dimenticato il falangismo e le distruzioni di tantissime chiese e l’uccisione di 12,000 fra sacerdoti e religiosi ad opera della sinistra repubblicana etc.