Santa Maria Maggiore: la chiesa dove riposa Papa Francesco

A pochi giorni dall’inizio del conclave, abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini del solenne funerale di Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio. L’ultimo viaggio di Papa Francesco, iniziato nella Basilica di San Pietro in Vaticano, è terminato nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

Il 26 aprile 2025, 5 giorni dopo la morte, (nel tradizionale periodo dei novendiali), si è svolto il funerale di Papa Francesco. Quel giorno, tutto il mondo si è riunito a Piazza San Pietro, per poi seguire la salma del Pontefice lungo le vie di Roma, fino al luogo dell’eterno riposo, scelto proprio da Papa Francesco, la Basilica di Santa Maria Maggiore.

Colonna della Pace su Piazza di Santa Maria Maggiore
(foto di A. Patti)

Prima di entrare nella Basilica lo sguardo è naturalmente catturato dalla cosiddetta Colonna della Pace: una colonna scanalata con capitello corinzio che svetta in Piazza Santa Maria Maggiore. È in realtà l’unica superstite del colonnato della basilica di Massenzio al Foro. Alta quasi 15 metri, la colonna è di fatto l’altissima base di una statua in bronzo che ritrae la Madonna col Bambin Gesù. Infine, ai piedi della Colonna della Pace si trova una fontana realizzata da Carlo Maderno nel 1600.

Ma la Colonna della Pace non è l’unica traccia di antichità romana. La Basilica di Santa Maria Maggiore poggia su un più antico strato di età romana. Gli scavi archeologici hanno rilevato almeno cinque fasi di costruzione, sotto la Basilica, che vanno dal I secolo a.C. alla metà del III secolo d.C. Nei sotterranei della Basilica si possono visitare i resti di una domus che comprendeva terme e vari ambienti. In linea di massima, molti di questi ambienti erano abbelliti da affreschi con motivi geometrici. Nel cortile della domus era presente il singolare affresco di un calendario agricolo.

La Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma è una delle poche chiese paleocristiane ad aver mantenuto, in buona parte, il suo aspetto originario. La chiesa fu costruita per volere di Papa Sisto III nel V secolo, al fine di esaltare il dogma della divina maternità di Maria Theotokos(“madre di Dio”), che era stato promulgato nel Concilio di Efeso del 431 d.C.

Il campanile della Basilica si Santa Maria Maggiore a Roma (foto di A. Patti)

Nel corso dei secoli, la chiesa ha subito rifacimenti e modifiche, oggi è una delle quattro basiliche papali maggiori. La Basilica di Santa Maria Maggiore ancora oggi domina il colle Esquilino. In effetti, il suo campanile romanico, alto 75 metri, è il campanile in laterizi più alto di Roma.

La Basilica è divisa in tre navate, mediante un colonnato ionico che sorregge una trabeazione continua che decora la navata centrale. La trabeazione è divisa in due fasce: la prima è occupata da 43 pannelli mosaicati; la seconda da un’alternanza di affreschi e finestre. Ogni pannello mostra ancora le “originali” scene dell’Antico Testamento. “Originali” perché appartenenti alla decorazione della chiesa paleocristiana, costruita nel V secolo.

Navata centrale di Santa Maria Maggiore coi mosaici paleocristiani (foto di A. Patti)
Dettaglio del trono vuoto nel mosaico dell’arco trionfale di Santa Maria Maggiore
(foto di A. Patti)

Anche i mosaici che decorano l’arco trionfale, con scene tratte dal Nuovo Testamento, in particolare dell’infanzia di Gesù Cristo, sono “originali”. Quasi a costituire il compimento della narrazione biblica, al centro dell’arco trionfale si trova un clipeo centrale con un trono vuoto. Esso simboleggia il giorno del giudizio e richiama la seconda venuta di Cristo e quindi l’Apocalisse.

In un’ottica di continuità e a sottolineare il legame tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, le scene veterotestamentarie prefigurano quelle neotestamentarie. Così, il sacrificio di Isacco prefigura quello di Gesù, e Mosè proclama la legge divina, insieme alla Promessa poi mantenuta con l’arrivo di Gesù Cristo.

Mosaici dell’arco trionfale di Santa Maria Maggiore, scena dell’incontro con Afrodisio (foto di A. Patti)

Una delle scene particolarmente iconiche dell’intero ciclo musivo paleocristiano è forse quella dell’incontro della Sacra Famiglia con Afrodisio, governatore della città egiziana di Sortine. L’episodio è tratto da uno dei vangeli apocrifi, nel quale si racconta che l’ingresso della Sacra Famiglia in città causò il crollo di 365 idoli. Nel mosaico, il governatore è vestito come un imperatore romano e sembra accogliere un re straniero: il simbolo del riconoscimento dei pagani della divinità di Gesù Cristo.

Non è “originale” invece, il ciclo musivo dell’Incoronazione della Vergine che occupa l’abside della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Il mosaico che possiamo ammirare è stato realizzato da Jacopo Torriti, su commissione di Papa Niccolò IV nel XIII secolo, quando volle ampliare il presbiterio. Questa modifica ha causato la perdita dell’originale mosaico del V secolo, raffigurante anch’esso l’Incoronazione della Vergine.

Abside della basilica di Santa Maria Maggiore (foto di A. Patti)

Altri mosaici si trovano sulla facciata della chiesa, realizzati nel 1300, da Filippo Rusuti. Si possono ben ammirare dalla Loggia, progettata dall’architetto Ferdinando Fuga nel 1700. Questo ciclo musivo racconta enfaticamente la storia della fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Secondo una leggenda, nell’agosto del 358, la Madonna sarebbe apparsa in sogno a un nobile romano di nome Giovanni e a sua moglie. Per realizzare il loro desiderio di un figlio, la Madonna disse alla coppia di costruire un edificio sacro in suo onore nel luogo che lei avrebbe indicato da tramite un prodigio. Qualche giorno dopo, la coppia trovò una parte del colle Esquilino innevato: il miracolo che indicava l’esatta posizione nella quale sarebbe dovuta sorgere la chiesa. Papa Liberio, che aveva anche egli sognato la Madonna, tracciò il perimetro del sacro edificio, che sarebbe stato donato dai nobili sposi. Allo scopo di ricordare questo prodigio, ogni 5 agosto viene rievocato il miracolo della nevicata, attraverso la caduta di petali bianchi dal soffitto della Basilica.

Il mosaico della Loggia di Santa Maria Maggiore (foto di A. Patti)

A differenza dei pannelli musivi, gli affreschi della navata centrale raffigurano scene del Nuovo Testamento. Aggiunti alla fine del XVI secolo per volere di Papa Sisto V, coprono le tamponature di alcune finestre della basilica paleocristiana. Un mosaico cosmatesco decora il pavimento.

Mentre il soffitto è a cassettoni in legno dorato, opera di Giuliano e Antonio da Sangallo, su commissione del futuro Papa Alessandro VI. Secondo la tradizione, l’oro qui usato apparteneva al primo carico di oro proveniente dalle Americhe, donato alla Chiesa dalla regina Isabella di Castiglia. Infine, nelle navate laterali spiccano le corone vegetali dorate contenute dentro pannelli di marmo, che sovrastano le nicchie rettangolari.

Nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma sono conservate numerose reliquie. Come quella la reliquia della Sacra Culla: 5 frammenti di legno di sicomoro che dovevano appartenere alla mangiatoia che ha accolto Gesù Bambino. I frammenti sono conservati in un reliquiario in cristallo progettato da Giuseppe Valadier, posizionato nella Confessio. Quest’area monumentale, commissionata da Papa Pio IX nel 1800, davanti l’altare della chiesa, rimanda all’idea della grotta o stalla di Betlemme nella quale nacque Gesù.

Una delle reliquie più famose della cristianità è senza dubbio la Salus Populi Romana. È l’icona acheropita della Vergine Hodighitria, che secondo la tradizione sarebbe stata realizzata dall’evangelista San Luca, patrono dei pittori. È custodita nella Cappella Paolina della Basilica di Santa Maria Maggiore, voluta da Papa Paolo V nel 1600.

Papa Francesco era così devoto alla Salus Populi Romana, da farle visita sia prima di partire, sia al ritorno da ogni viaggio. Primariamente, la presenza di questa icona mariana ha spinto Papa Francesco a scegliere la Basilica di Santa Maria Maggiore quale proprio luogo di sepoltura. Infatti, il sepolcro di Papa Francesco si trova sulla navata laterale sinistra, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, e vicino l’altare dedicato a San Francesco d’Assisi.

Inoltre, è possibile che la vicinanza dell’ambasciata dell’Argentina, paese di provenienza di Papa Francesco, abbia contribuito a rafforzare un legame tra il pontefice e questo luogo sacro.

Del resto, Papa Francesco non è il primo papa ad essere sepolto dentro la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. All’interno della chiesa sono seppelliti altri 7 pontefici: Papa Clemente VIII e Papa Paolo V sono sepolti nella Cappella Paolina. Papa Sisto V e Papa Pio V sono sepolti nella Cappella Sistina, detta anche “del Presepe” (commissionata da Sisto V nel XVI secolo, la Cappella è dominata dal Tabernacolo in bronzo dorato realizzato da Ludovico del Duca). Similmente, lungo le navate si trovano le sepolture di Papa Onorio III, Papa Niccolò IV e Papa Clemente IX. La Basilica di Santa Maria Maggiore ospita anche la tomba di famiglia di Gian Lorenzo Bernini, uno dei più grandi artisti del barocco italiano.

Certamente, la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, che ospita le spoglie dell’amato Papa Francesco, sarà meta di un commovente pellegrinaggio per molto tempo.

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