Obama Beach è il nome in codice dato dagli alleati ad una delle cinque spiagge su cui avvenne lo sbarco in Normandia , la parte anfibia dell’Operazione Overlord. L’area di spiaggia designata, lunga otto chilometri, andava da Sainte-Honorine-des-Pertes a Vierville-sur-Mer, all’interno del dipartimento del Calvados nella regione della Bassa Normandia.
La spiaggia fu assegnata interamente alle truppe statunitensi e le prime a sbarcare furono quelle appartenenti alla 29° Divisione di fanteria, nei settori occidentali, e della Veterana 1° Divisione di fanteria, nei settori orientali. Entrambe le divisioni erano inquadrate nel V Corpo d’Armata statunitense al comando del Generale Omar Bradley, che attendeva al largo a bordo dell’incrociatore USS Augusta. Ad Omaha Beach gli alleati registrano il maggior numero di perdite umane durante gli sbarchi.
Alla vigilia dello sbarco la situazione generale in Europa era complessa ma tendenzialmente favorevole agli Alleati, che iniziavano a prendere l’iniziativa su tutti i fronti. Ecco un quadro sintetico della situazione:
L’Europa occidentale era ancora occupata dalla Germania nazista. La Francia era controllata dal Terzo Reich: il nord e l’ovest erano direttamente occupati, mentre nel sud esisteva fino al 1942 il governo collaborazionista di Vichy, poi anch’esso assorbito nell’occupazione tedesca.
I tedeschi si aspettavano un’invasione da parte degli Alleati ma non sapevano quando né dove! molti credevano che sarebbe avvenuta nella regione del Pas-de-Calais, più a nord della Normandia.
Nel fronte Orientale l’Unione Sovietica avanzava, dopo aver respinto l’invasione tedesca e l’Armata Rossa aveva ormai liberato buona parte della Russia e stava entrando in Polonia. La Germania era sotto pressione: combatteva una guerra su due fronti, e le sconfitte orientali indebolivano sempre più le sue forze.
L’Italia era un campo di battaglia. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, il paese era spaccato in due: a sud, gli Alleati avevano liberato Napoli e si trovavano bloccati a sud di Roma, mentre al nord, la Repubblica Sociale Italiana (RSI) di Mussolini era sotto controllo tedesco. Il 4 giugno 1944, solo due giorni prima del “D-Day”, Roma fu liberata dagli Alleati.
La resistenza e i movimenti di partigiani in tutta Europa, soprattutto in Francia, Jugoslavia, Grecia e Italia, erano attivi e crescevano, spesso aiutati dagli alleati con rifornimenti e supporto logistico. Questi gruppi furono fondamentali per sabotaggi, spionaggio e disturbo delle forze tedesche nei giorni intorno al D-Day.
La superiorità aerea Alleata dominava i cieli: mentre la Luftwaffe (aviazione tedesca) era gravemente indebolita e l’aviazione alleata bombardava regolarmente le città e le infrastrutture tedesche.
L’Europa era ancora in gran parte sotto occupazione nazista, ma il vento della guerra stava cambiando: l’Asse era in ritirata e gli Alleati prepararono il colpo decisivo per liberare l’Europa occidentale. Il D-Day sarebbe diventato il punto di svolta definitivo nella Seconda Guerra Mondiale. Lo sbarco fu deciso e progettato dagli Alleati, in particolare dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dal Canada, con il supporto di altre forze alleate.
Franklin D. Roosevelt Presidente degli Stati Uniti, Winston Churchill Primo ministro britannico e Joseph Stalin leader sovietico (non coinvolto direttamente nella pianificazione, ma insistette molto sull’apertura di un secondo fronte in Europa per alleggerire la pressione tedesca sul fronte orientale) erano i principali fautori dell’operazione.
Il comando militare fu affidato al Generale Dwight D. Eisenhower, ideatore e pianificatore dello sbarco, nominato Comandante Supremo delle Forze Alleate in Europa. Mentre il Generale Bernard Montgomery (britannico) era al comando delle forze operative terrestri.
Lo schema prevedeva cinque spiagge per lo sbarco. I pianificatori includevano anche numerosi ufficiali americani, inglesi e canadesi esperti in logistica, strategia e intelligence. Il nome in codice dell’operazione era “Operazione Overlord”, mentre lo sbarco anfibio vero e proprio prese il nome di “Operazione Neptun”.
La scelta della Normandia fu il risultato di considerazioni strategiche, tattiche e logistiche con elementi di sorpresa: i tedeschi si aspettavano lo sbarco nel Pas-de-Calais, il punto più vicino all’Inghilterra. Scegliere la Normandia, a sorpresa, aumentava le probabilità di successo.
Lì le difese erano più deboli, perché il Vallo Atlantico era molto meno fortificato in Normandia rispetto al Pas-de-Calais. Inoltre, la topografia era favorevole in quanto le spiagge della Normandia offrivano buone possibilità di sbarco e consolidamento delle forze.
L’obbiettivo dopo lo sbarco, era puntare e liberare rapidamente i porti di Cherbourg e Le Havre, essenziali per il rifornimento delle truppe. Il Pas-de-Calais fù così scartato perché ben difeso con (bunker, cannoni, mine, barriere): troppo ovvio e quindi atteso dai tedeschi e fortemente sorvegliato e rinforzato dalla 15ª Armata tedesca.
Gli Alleati misero in atto “l’Operazione Fortitude”, un piano di disinformazione per far credere ai tedeschi che lo sbarco avvenisse nel Pas-de-Calais. Finti accampamenti e carri armati gonfiabili, comunicazioni radio simulate e l’utilizzo del prestigioso generale G.Patton (molto temuto dai tedeschi) come falso comandante di un esercito fantasma.
Lo sbarco in Normandia fu deciso dai leader politici e militari alleati, guidati da Eisenhower, il luogo fu scelto per ingannare i tedeschi, sfruttare un punto meno fortificato e garantire un’entrata più efficace in Europa. La riuscita dello sbarco segnò l’inizio della liberazione dell’Europa occidentale dal dominio nazista.
Alla vigilia dello sbarco, le forze in campo erano imponenti e ben organizzate da entrambe le parti, anche se con forti differenze in numeri, mezzi e preparazione. Le Forze Alleate fornirono complessivamente circa 156.000 uomini (di cui Americani 73.000; Britannici 61,000 e Canadesi 21.000).
Questo numero comprende truppe di fanteria, paracadutisti, genieri, artiglieri, mezzi corazzati e supporto logistico, fra cui le truppe aviotrasportate (circa 23.000 paracadutisti della 101ª e 82ª divisione aviotrasportata americana e 6ª divisione aviotrasportata britannica) lanciate nelle ore notturne precedenti lo sbarco per occupare ponti e rallentare i rinforzi tedeschi.
La Marina era composta da circa 6.900 navi in totale, di cui 1.200 da guerra (incrociatori, acciatorpediniere, navi da supporto), 4.000 navi da trasporto per truppe e mezzi, e 800 da sbarco (landing craft). Le navi provenivano dagli USA, Regno Unito, Canada, Francia libera, Polonia, Norvegia, Paesi Bassi, Grecia.
L’Aviazione era costituita da circa 11.590 aerei impiegati, di cui 5.000 da bombardamento, 3.000 da caccia e 4.000 da trasporto e ricognizione. Costituivano il dominio assoluto nei cieli, mentre la Luftwaffe tedesca quasi assente, con solo 300 aerei disponibili nella zona.
Le Forze Tedesche infatti, avevano dislocato nella zon della Normandia tra i 50.000 e i 60.000 soldati, mentre più di 1 milione presenti in tutta la Francia. Tuttavia, solo una parte limitata era stanziata nei settori delle spiagge (per decisione di Hitler di tenere le riserve mobili più lontane).
Le principali unità presenti erano la 7ª Armata (sotto il comando del generale Friedrich Dollmann), alcuni elementi della 15ª Armata (più a nord, verso il Pas-de-Calais) e le Divisioni statiche con difese per le costiere e alcune divisioni mobili (come la Panzer-Lehr).
Il Vallo Atlantico costituiva una linea di fortificazioni lungo le coste francesi, bunker, artiglieria costiera, mine, ostacoli anti-carro, cavalli di Frisia, meno potenziate in Normandia che nel Pas-de-Calais. Vi erano circa 10 divisioni corazzate (Panzer) in Francia, ma solo due, cioè la 21ª Panzer Division e la Panzer-Lehr, erano relativamente vicine alla Normandia. Le altre erano più lontane, sotto controllo diretto di Hitler, che fece ritardare il loro impiego.
6 giugno 1944 – Il D-Day
Fase 1 – Notte: prima dell’alba Paracadutisti alleati vengono lanciati dietro le linee tedesche. Americani (101ª e 82ª divisione) a ovest, vicino a Sainte-Mère-Église, mentre i Britannici della (6ª divisione) a est, per prendere il Ponte Pegasus e bloccare i rinforzi tedeschi. L’obiettivo era tagliare strade, distruggere ponti, bloccare i contrattacchi nemici.
Fase 2 – Alba: inizio del bombardamento aereo e navale contro le difese costiere tedesche, navi da guerra e aerei colpiscono bunker, cannoni, postazioni di mitragliatrici.
Fase 3 – Tra le 6.30 e le 7.30: lo Sbarco sulle cinque spiagge codificate
Spiaggia | Nazionalità | Obiettivo | Esito iniziale |
Utah | USA | Collegarsi ai paracadutisti | Successo rapido |
Omaha | USA | Stabilire testa di ponte | Resistenza durissima: 2.000 morti |
Gold | UK | Prendere Bayeux | Progresso lento ma efficace |
Juno | Canada | Collegarsi con UK | Avanzata con molte perdite |
Sword | UK | Prendere Caen | Avanzata ma Caen non presa |
Omaha fu la più sanguinosa: mitragliatrici e artiglieria tedesca causarono moltissime vittime. Nelle settimane successive al D-Day, tra giugno e luglio del 1944 avviene il consolidamento delle teste di ponte. Gli Alleati collegano le cinque spiagge in un’unica testa di ponte e la creazione di porti artificiali, come Mulberry Harbours, finalizzati allo sbarco di uomini e rifornimenti per le truppe alleate, ricevono mezzi, carburante, viveri e armi in quantità.
L’avanzata è lenta per la conquista della Normandia. I tedeschi oppongono fortissima resistenza con Divisioni Panzer, campi minati, danni alle infrastrutture. Caen è la città chiave, viene liberata solo a metà luglio, e dopo pesanti combattimenti.
Gli Alleati combatterono in zone bocage (siepi, campi stretti): terreno difficile per i carri armati. I bombardamenti incessanti su linee ferroviarie, convogli tedeschi e postazioni di artiglieria furono determinanti.
Il comando tedesco è diviso: il Generale Rommel valutò di ritirarsi e difendere le posizioni dall’interno. Hitler impose ordini rigidi, rallentando il movimento delle truppe, mentre le divisioni corazzate tedesche, pur temibili, erano stanche, sottopotenziate e isolate.
Il 25 luglio 1944 inizia l’Operazione Cobra. Scatenata dagli Americani per sfondare il fronte in Normandia, con potenti bombardamenti a tappeto sfondano le linee tedesche a sud di Saint-Lô. Inizia così il crollo del fronte tedesco in Normandia.
Infatti, il 25 agosto 1944 viene liberata la città di Parigi, dopo l’accerchiamento delle truppe tedesche nella sacca di Falaise. Le truppe alleate e i partigiani francesi, iniziarono la liberazione della Francia, avanzando verso la Germania. Gli Alleati liberano il Belgio, l’Olanda e infine la Germania: la fine del Terzo Reich era ormai in vista.
Lo sbarco in Normandia fu il momento cruciale che segnò l’inizio della fine per la Germania nazista. Aprendo un secondo fronte in Europa occidentale ,gli Alleati esercitarono una pressione insostenibile sull’esercito tedesco, già impegnato sul fronte orientale contro l’Unione Sovietica. Nonostante le grandi difficoltà, lo sbarco fu un successo.
Circa 156.000 soldati alleati sbarcarono nel solo D-Day. Gli Alleati riuscirono a stabilire una solida testa di ponte in Francia. In poche settimane, milioni di uomini, veicoli e rifornimenti furono portati oltre la Manica.
Alta la perdita di vite umane, poiché migliaia di soldati persero la vita il primo giorno. Le vittime, tra civili francesi e militari tedeschi, furono anch’esse altissime. Ciò sottolinea il costo umano del conflitto e l’enorme sacrificio compiuto per liberare l’Europa dal nazismo.
L’operazione dimostrò l’efficacia della pianificazione congiunta tra Stati Uniti, Regno Unito, Canada e altri paesi alleati. Nuove innovazioni tecniche (come i porti artificiali Mulberry ) e l’inganno strategico (Operazione Fortitude) che spiazzò i tedeschi sui veri obiettivi dello sbarco.
La liberazione dell’Europa occidentale fu completata nell’agosto 1944. Questa portò all’invasione finale della Germania e alla resa incondizionata del Terzo Reich nel maggio 1945. Tuttavia, il successo dello sbarco contribuì a rafforzare il ruolo globale degli Stati Uniti e del Regno Unito, preparando così un nuovo terreno per la” Guerra Fredda”, con la conseguenza che l’Europa venne divisa tra influenza americana e sovietica determinando un nuovo assetto geopolitico globale.
Fila anteriore: Air Chief Marshal Arthur Tedder; generale Dwight Eisenhower; generale Bernard Montgomery.
Fila posteriore: tenente generale Omar Bradley; ammiraglio Bertram Ramsay; Air Chief Marshal Trafford Leigh-Mallory; tenente generale Walter Bedell Smith.