Il Generale George Smith Patton Jr. è stato una delle figure militari più celebri degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, noto per il suo carisma, la sua aggressività tattica e le sue vittorie sul campo di battaglia.
Nato l’11 novembre 1885 a San Gabriel in California (USA), in una famigliacon una lunga tradizione militare. Suo nonno aveva combattuto nella Guerra Civile Americana. Frequentò la Virginia Military Institute (VMI) per un anno; poi fu ammesso all’Accademia Militare di West Point, dove si diplomò nel 1909.
Fin da giovane mostrò una grande passione per la guerra, la storia militare e l’equitazione. Servì in vari incarichi come ufficiale di cavalleria. Rappresentò gli Stati Uniti nei giochi olimpici del 1912 nella disciplina del pentathlon moderno.
Durante la Prima Guerra Mondiale fu tra i primi ufficiali americani a interessarsi ai carri armati. Collaborò con il generale Pershing in Francia. Comandò l’addestramento e l’impiego dei primi carri armati americani. Fu ferito in combattimento durante la battaglia di Saint-Mihiel nel settembre del 1918.
Nel Periodo tra le due guerre continuò a sviluppare teorie sull’uso dei carri armati e fu assegnato a incarichi vari, inclusi ruoli amministrativi e di addestramento. Divenne noto per il suo stile diretto e l’interesse per la guerra mobile.
Durante la Seconda Guerra Mondiale si rese protagonista. Nel 1942 comandò le forze americane nell’Operazione Torch (invasione del Nord Africa). Nel 1943, ebbe un ruolo nel successo della campagna di Tunisia e poi nello sbarco in Sicilia.
Fu temporaneamente sospeso dal comando per aver schiaffeggiato un soldato con disturbo da stress (evento controverso). L’episodio dello “schiaffo di George Patton” è uno degli eventi più controversi della sua carriera militare, ma anche un momento che secondo alcune interpretazioni segnò una svolta nel suo comando durante la Seconda Guerra Mondiale.
Durante la campagna d’Italia, in particolare in Sicilia, il Generale George Smith Patton comandava la 7ª Armata Americana. Era noto per la sua disciplina ferrea, il linguaggio colorito e una visione della guerra che esaltava il coraggio e la durezza mentale.Ci furono due episodi distinti, molto simili dello “schiaffo”.
Il 3 agosto 1943 Patton visitò un ospedale da campo a Nicosia. Vedendo un giovane soldato senza ferite fisiche evidenti, perché soffriva di nevrosi da combattimento (oggi si parlerebbe di disturbo da stress post-traumatico), lo accusò di codardia, lo schiaffeggiò e lo fece cacciare dall’ospedale.
Il 10 agosto 1943 avvenne un episodio simile all’ospedale di Palermo, con un altro soldato in condizioni psicologiche critiche. Anche in questo caso Patton lo schiaffeggiò e lo insultò.
La vicenda venne inizialmente insabbiata, ma poi riportata al generale Eisenhower, comandante supremo degli Alleati. Patton fu obbligato a scusarsi pubblicamente con i soldati e i medici testimoni. Non fu destituito, ma fu temporaneamente messo in secondo piano rispetto ad altri generali come Omar Bradley e Montgomery.
“Lo schiaffo che ribaltò la vittoria”? L’espressione è retorica ma ha un fondo di verità. Dopo l’episodio Patton fu riabilitato in vista dello sbarco in Normandia (1944), anche se non prese parte direttamente allo sbarco. Ebbe invece un ruolo cruciale durante la campagna di Francia, guidando la 3ª Armata in una rapida avanzata attraverso l’Europa occidentale.
Tra il 16 dicembre 1944 e il 25 gennaio 1945, nelle regione delle Ardenne (tra Belgio, Lussemburgo e Germania), l’obiettivo dell’offensiva tedesca era spezzare il fronte alleato nel Nord Europa. Adolf Hitler intendeva raggiungere il porto strategico di Anversa, circondare e distruggere le forze anglo-americane, forzare un negoziato di pace separato con gli Alleati occidentali, concentrandosi poi sull’Unione Sovietica a Est.
Forze in campo
Schieramento | Comandanti principali | Effettivi |
Germania | Gerd von Rundstedt, Sepp Dietrich, Hasso von Manteuffel | Circa 250.000 soldati, 1.400 carri armati |
Alleati | Dwight D. Eisenhower, Omar Bradley, Bernard Montgomery, George S. Patton | Circa 600.000 soldati, 840 carri armati |
Patton, con la sua energia il suo comando aggressivo, fu decisivo nella controffensiva delle Ardenne: uno dei momenti più critici della guerra. Le sue strategie aggressive e l’uso della velocità e dei carri armati furono determinanti nella liberazione dell’Europa occidentale.
La Battaglia delle Ardenne, nota anche come Offensiva delle Ardenne o Battaglia del Bulge (in inglese Battle of the Bulge), fu l’ultima grande offensiva tedesca sul fronte occidentale durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il Generale George Smith Patton, fra i più noti comandanti americani della Seconda Guerra Mondiale, fu coinvolto in un incidente automobilistico il 9 dicembre 1945 nei pressi di Mannheim, in Germani. Era a bordo di un’auto insieme ad altri ufficiali.
La sua Cadillac militare si scontrò con un camion militare statunitense che stava facendo una svolta. L’impatto fu relativamente lieve per gli altri passeggeri, ma Patton, seduto sul sedile posteriore, subì una grave frattura spinale che lo lasciò paralizzato dal collo in giù. Fu ricoverato in ospedale a Heidelberg, dove morì 12 giorni dopo, il 21 dicembre, per un’embolia polmonare dovuta alle complicazioni della paralisi.
Nel corso degli anni sono emerse teorie del complotto secondo cui Patton sarebbe stato assassinato, a causa delle sue critiche all’Unione Sovietica o di disaccordi con l’alto comando alleato. Tuttavia, non esistono prove concrete a sostegno di queste ipotesi, e la versione ufficiale dell’incidente rimane la più accreditata.
Il Generale George Smith Patton era noto per i suoi discorsi coloriti, la sua fede nel destino e nel combattimento, indossava uniformi appariscenti e portava spesso una pistola Colt placcata d’oro. Fu interpretato da George C. Scott nel celebre film Patton (1970), che vinse l’Oscar.
Lo schiaffo non fu ciò che portò direttamente alla vittoria, ma segnò un punto di svolta personale per Patton. Fu costretto a confrontarsi con i limiti del suo approccio e seppur parzialmente a operare in modo più controllato. Al tempo stesso, il suo spirito combattivo rimase intatto e fu uno dei motori della rapida avanzata alleata in Europa.